Etna Rosato 2016 Cottanera, il vulcano nel bicchiere

Cottanera è una delle cantine che da anni rappresenta il territorio dell’Etna, una zona unica per paesaggi e terroir dominata dal grande vulcano che conferisce ai vini caratteristiche uniche.

Abbiamo provato l’Etna Rosato 2016, da Nerello Mascalese, uva rossa tipica del territorio vinificata appunto in rosato. 

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Caravaglio, vini delle Eolie per ricordare l’estate!

Ormai l’estate è lontana e con i primi freddi che anticipano i lunghi mesi invernali, ricordare le  vacanza estive ci fa sentire un po’ più al caldo…. Torniamo quindi con la memoria alle isole Eolie, di cui abbiamo già avuto modo di raccontare alcuni ottimi vini per parlare stavolta di quelli di Caravaglio.

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A Sicilia en Primeur 2017, Etna e vini del vulcano

Chi ha visitato l’Etna sa di trovarsi in un luogo speciale. Un vulcano di oltre tremila metri che si affaccia sul mare in un’isola, la Sicilia, al centro del Mediterraneo. Una terra che ha visto l’incrocio di culture, in cui storia umana e geologica hanno costituito un ambiente unico e stratificato.

L’unicità del territorio non è sfuggita ai molti viticoltori che negli ultimi decenni vi stanno investendo, insieme agli storici pionieri, dando nuova vita e blasone ai vini di questa antica regione. A fianco infatti delle cantine storiche troviamo un fiorire di aziende che, con grande impegno, di anno in anno stanno sperimentando per trovare la miglior chiave di interpretazione del territorio e delle sue uve autoctone, principalmente nerello mascalese per i rossi e carricante per i bianchi.

Abbiamo visitato in occasione di Sicilia en Primeur 2017, anteprima del vino siciliano, alcune cantine etnee, la maggior parte delle quali ci hanno sorpreso per eleganza e tipicità dei vini. Cercheremo per ognuna di esse di concentrarci su uno o due portabandiera della filosofia aziendale, impresa non facile e a rischio di dilungarci un po’… Continua a leggere

Sicilia en primeur 2014: raffinatezza e territorio

Sicilia en primeur 2014

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Sicilia en primeur 2014
è un grande evento di presentazione alla stampa internazionale e nazionale dell’annata dei vini siciliani con degustazione alla cieca e non di (quasi) tutti i vini dei produttori appartenenti ad Assovini Sicilia che cura la manifestazione. Noi di Avvinando abbiamo la fortuna di partecipare da diversi anni a Sicilia en primeur e quest’anno complice il fatto di aver assaggiato davvero una quantità notevole di bottiglie è giunto il momento di fare un bilancio di come secondo noi si è evoluta la viticoltura isolana. Partendo da un dato quasi più antropologico che storico: qui l’uva ha accompagnato l’uomo fin dalla notte dei tempi. Persino sulle Eolie, location della kermesse di quest’anno al Therasia Resort di Vulcano, che anzi furono per certi versi un crocevia importantissimo della diffusione del vino, come ha raccontato il professor Attilio Scienza portando ad esempio la presenza nello straordinario museo archeologico di Lipari di una anfora di Chios, uno dei vini più rinomati dell’antichità. Ebbene, presi nel suo insieme, oggi possiamo dire che i vini della Sicilia si sono lasciati alle spalle definitivamente la nomea non sempre positiva di vini “forti” per lasciare il campo a una ricerca di grande raffinatezza, tradotta però in sicilianità, che vuol dire territori particolari che regalano vini altrettanto unici. Vediamo quali ci sono piaciuti di più quest’anno.

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Barone di Villagrande, un Etna rosso gentile

Oggi non parliamo di un vino da supermercato, anche se sta ampiamente nel range di prezzi (sotto i 10 euro) della nostra rubrica Bere Bene al supermercato. Si tratta dell’Etna rosso di Barone di Villagrande, una cantina di Milo, alle pendici del vulcano gestita con piglio moderno dai giovani Marco e Barbara. Il loro Etna rosso è fatto in larga parte da Nerello mascalese (80%), poi da Nerello cappuccio e Nerello mantellato. Si tratta di varietà tipiche della zona dell’Etna e chi segue un po’ il mondo del vino sa che si tratta dell’ultima frontiera aperta dal dinamico comparto isolano, con una corsa negli ultimi anni di tutte le aziende principali o quasi ad acquisire terreni vitati in zona.

L’azienda di cui parliamo invece è originaria di Milo, coltiva uve da secoli e scusate se è poco. In cantina dispongono infatti di bottiglie vecchie di decenni che regalano sorprese come testimoniato nella nostra visita. La bottiglia degustata è un 2010, che già in annata di commercializzazione l’anno scorso ci era piaciuto molto (come si capisce da qui), ma c’era rimasto il dubbio che da qualche mese ulteriore in cantina avesse tutto da guadagnare. Continua a leggere