Pasqua 2022: ecco i vini da abbinare ai menu pasquali

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Come ogni anno è arrivato il momento di festeggiare la Pasqua e come sempre noi di Avvinando vi proponiamo una selezione di vini per completare i vostri menu. Vale sempre la premessa che si tratta di assaggi fatti negli ultimi mesi che ci hanno colpito senza la pretesa di coprire tutte le regioni italiane o tutte le tipologie di vino con buona pace dei campanilismi enologici più sfrenati!

Partiamo come sempre dalle bollicine, toscane in questo caso, con la Cuvée Voyage Brut di Frescobaldi (chardonnay, pinot nero, pinot bianco), un metodo classico di grande piacevolezza. Mela, pesca, agrumi, frutta esotica e fiori bianchi. Vino “aggraziato” dalla lunga freschezza con un ritorno sapido. Bollicina spensierata ideale per un brindisi, un aperitivo o per il pic-nic di Pasquetta.

Il Foss Marai “Tilio” Dosaggio zero è un vero campione del rapporto qualità/prezzo. Metodo Charmat come il prosecco, fatto in Valdobbiadene come il prosecco ma non è un prosecco. Infatti vien fatto con uve Chardonnay e altre a bacca bianca, ed è la dimostrazione che se fatto bene è possibile tirare fuori gran belle bottiglie anche con lo Charmat. Piacevolmente agrumato, in bocca si distingue per la leggerezza che non vuol dire essere poco persistente, anzi. Aperitivo perfetto.

Un salto in Champagne è d’obbligo se si parla di feste. Il Rosé Vintage 2015 di Pol Roger è una bolla che spiazza. Rosa pieno, carico e note piacevoli di frutti rossi e fiori come la rosa. In bocca super freschezza caustica, una nota sapida decisa e un finale asciutto. Il tutto in equilibrio con la grande morbidezza e la struttura del vino, di grande versatilità gastronomica, perfetto con il salmone o il pesce azzurro, ma secondo noi anche con i primi piatti della tradizione a base di carne.

Passiamo ai bianchi ecco una serie di vini perfetti con il pesce ma che possono dare soddisfazione anche con carni bianche o come aperitivo. Partiamo dalla Campania per un ottimo rapporto qualità prezzo, il Fiano Janare Colle di Tilio 2020 di La Guardiense. Bel bianco equilibrato. Note dolci di frutta tropicale e a polpa bianca, note floreali e un accenno minerale. La bocca è piena ma snella e dalla lunga sapidità. Perfetto col pesce ma anche con le carni bianche o come aperitivo.

Dalle Marche arriva il Verdicchio dei Castelli di Jesi Classi Superiore Doroverde 2020 di Tombolini. Bianco intenso e complesso, dai sentori fruttati, di agrumi, fiori e tante erbe aromatiche. La bocca ha struttura senza essere pesante, c’è succo, gran freschezza e super sapidità. Bello il finale con la tipica nota di mandorla e una sensazione fresca quasi balsamica.

Sempre dal Centro Italia ma questa volta dalla Toscana, il Nicoleo 2019 di Podernuovo a Palazzone (grechetto e chardonnay) è un bianco pieno dalle belle note di pesca gialla e mela verde e che lascia trasparire potenziale di invecchiamento. C’è materia, rotondità fruttata con rimandi freschissimi e una nota rocciosa minerale. Un bianco che accompagnerà tranquillamente anche i primi piatti della tradizione.

Andiamo in Sicilia per una grande scoperta: il Pre British di Francesco Intorcia Heritage. Abbiamo a volte citato i loro Marsala, con questa bottiglia viene ripresa la tradizione del territorio proprio di Marsala in uso prima degli inglesi. Si tratta quindi di un vino perpetuo (in cui le botti vengono cioè ricolmate di anno in anno) dalla grande pienezza e complessità. C’è una macerazione a contatto con le bucce di tre giorni e il corredo aromatico è eccezionale: note agrumate, frutti gialli maturi, mandorla, spezie dolci, sentori di erbe mediterranee. In bocca c’è grande freschezza, sapidità e persistenza. Vino di grande versatilità che dirà la sua con gli antipasti e tutte quelle preparazioni che a inizio pasto spesso ci mettono in difficoltà nell’abbinamento, perfetto con il tonno.

Antonio Caggiano per quanto ci riguarda non sbaglia un colpo e anche la sua Falanghina entra di diritto nei nostri vini preferiti. E’ semplicemente ben fatto, il che non è poco. Al naso molto fruttato contrappone un equilibrio perfetto in bocca non risultando mai meno che beverino. Va bene con tutto perché comunque mantiene un certo corpo e quindi accompagnarlo con il cibo è solo una questione di gusti. Ha un solo difetto: la bottiglia in compagnia finisce troppo, troppo presto.

Passiamo in Sardegna perché Sella & Mosca quest’anno ha tirato fuori un Alghero torbato Terre bianche cuvée 161 2020 davvero d’eccezione. Ai tempi della nostra rubrica Bere bene al supermercato avevamo parlato della versione “base”, ma questo Cuvée ha uno scatto in più: ad un naso delicato di fiori di campo e leggeri sentori balsamici contrappone un sorso potente e minerale, che ricorda in versione light certi whiskey delle Highlands (no, non quelli torbati…). Perfetto per le grigliate di pesce si fa apprezzare anche per l’aperitivo.

L’Hedòs Cerasuolo d’Abruzzo 2020 di Cantina Tollo è un rosato da uva montepulciano d’Abruzzo dalle piacevoli note di piccoli frutti rossi. Di media intensità, ha una bocca succosa, fresca, scorrevole ma con un certo corpo, un leggero tannino che asciuga la bocca e sensazioni minerali ben presenti. Il finale è freschissimo con ritorni di frutto per un vino da tutto pasto ma che immaginiamo perfetto con alcune preparazioni pasquali come il casatiello.

Torniamo in Toscana ma passiamo ai rossi. Interessante il Morellino di Scansano Riserva 2019 di Belguado Bronzone. Sangiovese dai bei sentori fruttati e floreali con rimandi speziati e di erbe aromatiche decisi. La bocca è polposa con un bel tannino, una lunga freschezza e una bella sapidità che sfuma nel balsamico nel finale. Vino per i primi della tradizione a base di carne o, perché no, per la tradizionale grigliata di Pasquetta.

Grande assaggio il Bolgheri Superiore 2018 di Caccia al Piano (cabernet sauvignon e cabernet franc), sempre dalla costa toscana. Bellissimo il colore rubino con un’unghia violacea brillante. Il naso è super complesso ma delicato, prugna, frutti di bosco, cacao, un accenno mentolato, tabacco ed erbe aromatiche. Sorso materico ma fine, trama tannica spettacolare e una bellissima freschezza. Un rosso importante che sarà un ottimo compagno per i vostri piatti speciali di carne.

Un altro paio di passaggi in Sicilia: L’Angheli di Donnafugata ci è piaciuto proprio tanto. Per quanto ci riguarda questo Merlot-Cabernet Sauvignon in parti uguali ha trovato nel 2018 la sua massima espressione, almeno tra le annate che abbiamo avuto modo di degustare. Una parola: equilibrio. Il frutto non si sovrappone mai al calore alcolico e regala una bevuta sì coinvolgente ma mai stancante. La dimostrazione? Provate a non finire la bottiglia…

Altro bel vino siciliano che ha trovato una dimensione molto equilibrata è il Lu Patri di Baglio del Cristo di Campobello. Annata 2018, qui siamo di fronte a un Signor Nero d’Avola con tutti i suoi profumi e la sua potenza ma qui in versione “educata”. Un grande vino a tutti gli effetti, un vero “Padre” del genere. Mora e note balsamiche si alternano al naso, mentre in bocca entra non esageratamente potente per regalare invece una ottima persistenza. Un “vinone” che si fa bere.

Dalla Sardegna un Cannonau di grande eleganza, è il 2020 di Le Anfore di Elena Casadei. Colore rubino esuberante con riflessi violacei, frutto golosissimo e una bella gamma di erbe mediterranee al naso. La bocca è materica, polposa con una freschezza potente e una nota minerale graffiante. Vino fine che conserva ed esalta la tipicità ed il carattere dell’isola. Secondo noi scelta perfetta per l’agnello pasquale.

Grigliata di carne a Pasquetta? Saremo monotoni ma “l’Università della Bonarda”, come chiamiamo noi la cantina dei Fratelli Agnes in quel di Rovescala nell’Oltrepò pavese anche quest’anno ha tirato fuori una serie di vini uno più buono dell’altro e la Cresta del Ghiffi è la bonarda frizzante perfetta per le nostre costine di maiale e salsicce sul barbecue. Tenetela leggermente fresca e, fidatevi, portatevi una bottiglia in più perché quella spuma è la gioia fatta vino. 

Sempre per le vostre carni, se amate i vini di grande struttura ma con una certa eleganza il Montefalco Sagrantino Valdimaggio 2018 di Arnaldo Caprai farà certamente al caso vostro. Frutta scura e ciliegie in confettura, spezie dolci e una nota che ricorda la grafite. In bocca c’è concentrazione e finezza, la freschezza e il tannino potente asciugano e puliscono la bocca.

L’Amarone della Valpolicella Classico Riserva 2013 di Santa Sofia (corvina, corvinone e rondinella) è, nello stile della cantina, uno di quegli Amarone beverini e da pasto. C’è tanto frutto al naso, ciliegia sotto spirito, note speziate e mentolate, tè, caffè. La bocca è chiaramente fitta, ma slanciata con i giusti tannini e una freschezza lunga che sfuma su note agrumate e balsamiche. Vino da stracotti o formaggi stagionati, per noi perfetto anche per concludere degnamente il pasto o da meditazione.

Eh sì, per certe cose siamo proprio monotoni ma per concludere un pasto con un grande vino c’è sempre il Ben Rye di Donnafugata, il grande Passito di Pantelleria da zibibbo. Per chi avesse paura di assaggiare vini dolci di qualche anno, noi abbiamo bevuto un 2016 strepitoso. Colore ambrato, naso che sarebbe da studiare a lungo: sentori di capperi, albicocca, glicine, anice, salsedine, macchia mediterranea e una strepitosa nota eterea. La bocca è concentrata, c’è una gran morbidezza ma una freschezza assoluta lunghissima e mediterranea che lascia sulla lingua una grattata di frutta e Mediterraneo, un’inondazione marina. Vino da abbinare certamente ai dolci pasquali, ma non solo, ai formaggi, al fegato o, osando, anche a preparazioni etniche o speziate.

Sempre Sicilia, saliamo sull’Etna questa volta non per un vino ma per chiudere in bellezza con un liquore. Interessantissimo il Liquore di Fico d’India dei Liquori dell’Etna che, oltre ad un packaging strepitoso che lo rende bellissimo anche da regalare, nasce dalla macerazione e dall’infusione in alcool della polpa dei fichi d’India etnei. Il risultato è un sorso che restituisce gli aromi di uno dei frutti che più rappresenta l’isola.

Buona Pasqua

Sergio e Raffaele