Sicilia en Primeur 2022, non solo anteprime. Sorprese e conferme dall’isola-continente

Sicilia en primeur è la manifestazione internazionale per conoscere le nuove annate del vino siciliano di Assovini Sicilia, associazione di vitivinicoltori nata per promuovere il vino siciliano di qualità nel mondo. È però molto di più di una semplice presentazione delle anteprime, è un’occasione speciale per dare uno sguardo d’insieme all’isola e alla sua ricchezza paesaggistica, storica ed umana. Banchi d’assaggio sì, e che banchi!  – lo “sky tasting” tra le nuvole di Erice è un’esperienze che ha lasciato a bocca aperta degustatori ben più navigati di chi scrive – Ma anche tour in lungo e in largo per l’isola alla scoperta di cantine, territori e tesori, in una stagione primaverile che restituisce una meraviglia sbocciante e scalpitante. Una Sicilia in fiore che toglie il fiato con i profumi di zagara ed erbe aromatiche, gli alberi di agrumi ancora carichi di frutto, sole potente ma anche inedite giornate uggiose. Un’occasione per il mondo intero per conoscere questa regione e assaporarne l’ospitalità e la magnificenza. La diciottesima edizione è andata in scena, dopo una serie di enotour, nella cornice medioevale e “scientifica” di una Erice che, tra le nuvole, lasciava intravvedere panorami mozzafiato e nebbie da cartolina. Un paradiso per instagrammer! Il tema scelto quest’anno è stato “Back to the roots. La Sicilia che vive il futuro”, un tema un programma: Laurent de la Gatinais, presidente di Assovini Sicilia, introduce la Sicilia come “un continente in miniatura. La sua diversità sarà la chiave del nostro futuro. Quindi bisogna mettere al centro la vite, il suo studio, la sua evoluzione. Si è sempre detto che il fattore umano è fondamentale nel ciclo di produzione, ed oggi penso sia sempre più attuale ed inteso come scienza, conoscenza, know-how. Solo così possiamo affrontare importanti temi, come il cambiamento climatico. Assovini Sicilia vuole essere portavoce e pioniera nel guidare, con nuovi modelli, il futuro della vitivinicoltura siciliana

La Sicilia, un brand di successo

La Sicilia del vino è cresciuta. Negli ultimi decenni il cambiamento è palpabile con un chiaro il posizionamento su standard qualitativi alti e consolidati. Se l’Etna è stata in questi anni la case history ed il traino più lampante, il cambiamento sembra ormai interessare l’intera isola. Crescita non solo in termini della qualità dell’imbottigliato ma anche in termini di comunicazione e percezione del “continente” siciliano. Ad esempio, secondo la ricerca di Wine Intelligence sulla conoscenza e consumo dei vini DOC Sicilia nel mercato americano presso consumatori abituali di vino, la Sicilia è, dopo la Toscana, il brand italiano più conosciuto negli USA. La consapevolezza della Sicilia è rimasta stabile nel mercato statunitense negli ultimi due anni e l’isola si classifica tra le prime 10 regioni conosciute negli USA, davanti a Chianti, Prosecco e Piemonte.

Il vigneto Sicilia, la diffusione del biologico e l’impatto del climate change

Assovino ci racconta come il vigneto siciliano sia il più grande vigneto di tutta l’Italia. Non a caso si parla di continente con una superficie vitata che è tre volte quella neozelandese, maggiore del vigneto sudafricano e di dimensioni equivalenti a quella della Germania con oltre 70 varietà autoctone. Parlando di vigneto biologico, quello siciliano è il più grande d’Italia grazie a suoli estremamente diversificati e ad un clima naturalmente adatto ad una produzione sostenibile.
La Sicilia è oggi la più grande area vinicola biologica in Italia. – commenta Antonio Rallo, presidente del Consorzio di Tutela Vini Doc Sicilia – È un territorio che, per sua stessa natura, identifica nella sostenibilità la chiave di volta del sistema vitivinicolo siciliano. È in questa direzione che si muove l’industria dell’isola, verso vini di qualità, autentici e riconoscibili nella loro identità e sostenibili lungo tutto il processo di produzione”.

Oggi, la Sicilia si trova in una condizione di privilegio e presenta un assetto viticolo talmente legato alla tradizione che, una serie di variabili produttive, risultano essere estremamente attuali nei confronti dei cambiamenti climatici” commenta Mattia Filippi, enologo e fondatore di Uva Sapiens.
La Sicilia vitivinicola è meno esposta ai cambiamenti climatici grazie ai suoi suoli, terroir, alla biodiversità e ai suoi microclimi” aggiunge il ricercatore Marco Moriondo dell’Istituto di Bioeconomia del CNR di Firenze.

Grillo, Catarratto e Nero d’Avola, autoctoni alla riscossa

Negli ultimi anni, parlando di eccellenza siciliana, il riferimento all’Etna veniva naturale. Certo la viticoltura del vulcano rimane una punta di eccellenza, ma c’è dell’altro. Sempre la ricerca di Wine Intelligence ci dice che negli USA sono in aumento negli ultimi anni i bevitori degli autoctoni grillo e nero d’avola. Gli assaggi delle anteprime e degli altri vini sembrano dar ragione a questi consumatori. Rivelano infatti una qualità media alta e soprattutto l’impressione che si stia puntando decisamente sulle uve autoctone usate in passato più per produzioni di quantità. Per quanto ci riguarda le sorprese arrivano soprattutto dai bianchi, ma in generale grillo, catarratto e nero d’avola evidenziano standard alti, con differenze sostanziali tra gli assaggi dovute ai territori e chiaramente alla mano e allo stile delle cantine.
Ecco come sempre un po’ di assaggi che ci sono piaciuti tra questi vini.

Catarratto:
Lu Biancu Feudo Dissa 2021
Bianco d’Altura Lombardo 2021
Midor Tenuta Gorghi Tondi 2021
Keration La Giasira 2021
Monreale Bianco Vigna di Mandranova 2020
Donna Angelica Assuli 2019

Grillo:
Grillo Vigna di Mandranova 2021
Laluci Baglio del Cristo di Campobello 2021
Timeo Baglio di Pianetto 2021
Sole e Terra Grillo Vantina Horus 2021
Zahara Casa Grazia 2021
Shamaris Cusumano 2021
Passiperduti Donnafugata 2021
Grillo Feudo Arancio 2021
Grillo Feudo Dissa 2021
Olli Feudo Maccari 2021
Diamanti Feudo Principi di Butera 2021
Mozia – Tenuta Whitaker Tasca 2021
Suliccenti Terre di Giurfo 2021
Azisa Zisola 2021
Family and Friends Feudo Maccari 2020
Marsala Vergine Riserva VR0308 Duca 2008 (ok… è un Marsala! Ma è spettacolare e siccome le uve sono grillo e amiamo in modo viscerale questi vini ce lo infiliamo comunque…)

Nero d’Avola:
Contesa dei Venti Donnafugata 2020
Gabal Fazio 2020
Nenè Feudo Antico 2020
Zisola Zisola 2020
Donnatà Nero d’Avola Alessandro 2019
Lu Patri Baglio del Cristo di Campobello 2019
Sole e Terra Cantina Horus 2019
Saia Feudo Maccari 2019
Amira Feudo Principi di Butera 2019
Kudyah Terre di Gurfo 2019
Doppiozeta Zisola 2018
Santa Cecilia Planeta 2018
Lorlando Riserva Assuli 2017
Cembali Nero d’Avola Riserva Baglio del Cristo di Campobello 2017
Eimì Lombardo 2017
Duca Enrico Duca 2016
Deliella Feudo Principi di Butera 2016

Raffaele Cumani 
@raffaelecumani

2 risposte a “Sicilia en Primeur 2022, non solo anteprime. Sorprese e conferme dall’isola-continente

  1. Era ora che la Sicilia si riscattasse, è una terra meravigliosa , è bellissima la dovrebbero sfruttare di più sul piano turistico gastronomico ,ha delle eccellenze nascoste , in bocca al lupo

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