Tenuta Pakravan Papi: quando la Toscana del vino guarda alla Francia (e lo fa bene)

Ci sono occasioni che non ti aspetti: la degustazioni dei vini Tenuta Pakravan Papi è una di queste. Innanzitutto perché è una Toscana diversa dal solito, visto che siamo a Riparbella in provincia di Pisa e vicino al mare, non quindi uno di quei territori famosi come Bolgheri, Montalcino, Chianti o Montepulciano. Poi perché questi vini nascono dalla storia familiare che coniuga una fuga dall’Iran – di grande attualità in questi giorni – e l’incontro in Italia con un uomo e un territorio. Da Pakravan Papi però è la Francia ad essere di casa e lo si capisce dai vini: uno chardonnay che sembra uno Chablis e un taglio di cabernet sauvignon e cabernet franc che ci porta dritti dritti a Bordeaux. E poi c’è un sangiovese…  La degustazione si è svolta al L.A.C. (Laboratorio di antropologia del cibo) di Milano accompagnati con eccelsi piatti della cucina iraniana giusto per sottolineare il carattere internazionale di questi vini pisani. 

Il Serra de Cocci 2021 è uno chardonnay che fa un po’ di legno, alla francese: tecnicamente parlando affina in tonneaux con bâtonnage delle fecce per 9 mesi. Il risultato è un vino godibilissimo che mantiene il delicato equilibrio tra freschezza e complessità, volendo cedro e miele d’acacia al naso e una bella rotondità in bocca. Difficile trattenersi dal farsi un secondo bicchiere (e infatti non lo abbiamo fatto).  

Il Gabbriccio 2017 è un 100% Sangiovese piccolo e dobbiamo dire che è stata la vera sorpresa della serata. Cinque anni di invecchiamento ed è ancora giovane e fragrante, tanto da domandarci come sarebbe una bottiglia col doppio degli anni e non è detto che non andremo a scoprirlo. Profumatissimo e ancora con tannini ben vivi, è un vino che fa della grande bevibilità la sua caratteristica principale. In bocca entra fragrante e con una certa sapidità, insomma del tutto diverso da certi sangiovesi conterranei iperlegnosi, eppure il suo bell’anno in tonneaux se lo fa. Ma questa è la caratteristica dell’azienda: l’uso sapiente del legno che aggiunge sempre complessità e mai toglie freschezza.

Se siete arrivati fino a qui e ci siamo spiegati a sufficienza, a questo punto immaginerete bene che con il Cancellaia 2018, 70% cabernet sauvignon e 30% cabernet franc, in Tenuta Pakravan Papi sono a casa: due terzi di taglio bordolese che con la mente ci porta dritti dritti oltralpe. Qui c’è tutto: profumi di spezie e di macchia mediterranea, il peperone del cabernet franc. E poi in bocca entra potente: il corpo del sauvignon si fa sentire così come la nota alcolica. Insomma è un “vinone” che però mantiene una spiccata eleganza, come da nota stilistica della casa. 

In conclusione una occasione per conoscere una Toscana diversa e intrigante, che guarda alla Francia mantenendo ben piantate le radici in casa. E, ma non fatevi sentire, i cui vini hanno un ottimo rapporto qualità/prezzo. Il che di questi tempi è una gran cosa.

Sergio Bolzoni 

Una risposta a “Tenuta Pakravan Papi: quando la Toscana del vino guarda alla Francia (e lo fa bene)

  1. Come delegazione Go Wine il 19 Novembre abbiamo replicato la vostra degustazione.., in più abbiamo degustato i bianchi Malvasia e Ribellante (un blend Riesling 70% Chardonnay e Malvasia di Candia, sapido ma fresco, delicato ma potente, pompelmo, fiori di acacia molto particolare che rimane impresso nella memoria gustativa), la Malvasia. I Rossi Campo del Pari ( il top della produzione: un blend a base Merlot (70/80%) a cui si aggiunge la complessità e l’eleganza del Cabernet Franc e la freschezza del Sangiovese piccolo. E un’altra chicca: il Gabbriccio ma del 2013 una vera sorpresa tannini rotondi ma freschi una vera sorpresa.

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