Roero Days 2018: le potenzialità dell’Arneis in tre bottiglie

Dopo Gavi, torniamo a parlare di bianchi piemontesi. Siamo stati infatti a Roero Days 2018, l’evento realizzato dal Consorzio di Tutela Roero dedicato ai vini di questo territorio, che quest’anno giocava per la prima volta in casa nella bella cornice del Castello di Guarene. Il Roero è quella porzione di territorio situata a Nord di Alba (in Piemonte appunto, nella provincia di Cuneo), sulla riva sinistra del Tanaro, tra la pianura di Carmagnola e le colline dell’Astigiano.

Dal 2015 a oggi, il Roero ha registrato un grande incremento delle vendite: nel 2017 sono state prodotte e commercializzate 6 milioni di bottiglie di solo Roero Arneis. Fino a qualche anno fa quando si parlava di Roero Arneis, il bianco ottenuto appunto dalle omonime uve in questo territorio,  si intendeva un vino giovane e d‘annata da bere fresco all’aperitivo. Oggi non è più così, il Roero è un territorio dinamico e ricco di giovani produttori che stanno valorizzando questo vitigno e sperimentando nuove vie.

Uno di questi produttori è Cornarea. Il Roero Arneis Enritard 2011 ci ha davvero colpito per la capacità di evoluzione. Al naso ha note di crema pasticcera, spezie, burro e in bocca è coerente con una spiccata sapidità a sostegno della morbidezza. Un vino succoso, ancora in gran forma, con un bel corpo e un finale minerale, gran prova delle capacità evolutive del vitigno. Il Roero Arneis Santo Stefano 2014 di Nizza ha anch’esso note grasse, accompagnate a note vanigliate ed è pulitissimo in bocca con una bella persistenza. Il Roero Arneis Bric Varomaldo 2012 di Generaj è a sua volta pieno con note di pietra focaia e fumo al naso e con una bocca lineare, fresca e salina.

Vini buoni insomma, in un territorio che sta crescendo e che, sperimentando, sta trovando via via una sua strada per vini diversi tra loro accomunati da un buono standard di qualità e grande voglia di migliorare ad ogni vendemmia.

Raffaele Cumani 
@RaffaeleCumani