Kellerei Kaltern Selezioni: i grandi vini del lago di Caldaro

I grandi vini del lago di Caldaro di Kellerei Kaltern sono chiamati dalla cantina altoatesina “Selezioni” (da non confondersi con la linea top Quintessenz). Dal Pinot bianco al Lagrein, dal Kerner alla Schiava, tutta la gamma dei classici dell’Alto Adige è qui rappresentata al suo meglio e abbiamo avuto una dimostrazione degli alti standard qualitativi al Moebius di Milano dove si è tenuta una ampia degustazione dell’annata 2022.

 

Dato che parliamo di 10 tipi diversi di vino (anche se sul sito ce ne sono addirittura 15), diventa complicato raccontare di tutte e quindi faremo anche noi una selezione delle Selezioni. Non prima di aver detto che il rapporto qualità/prezzo di quasi tutte queste bottiglie della Cantina Kaltern è ancora da ritenersi molto buono come si può veder nello shop online della cantina. 

Continua a leggere



Joseph Perrier a Modena Champagne experience

Uno stile che andrà sempre di più verso la precisione e l’eleganza quello della Maison francese Joseph Perrier che si appresta a tagliare nel 2025 i 200 anni di storia, guidata oggi da Benjamin Fourmon sesta generazione della famiglia. In occasione del Modena Champagne Experience abbiamo avuto la possibilità di partecipare alla masterclass tenuta dalla chef de cave (dal 2017) Nathalie Laplaige. Proposte le Cuvée Royale più emblematiche della Maison, ma anche la linea Parcellaire con un 100% Pinot Nero, proveniente da La Cote a Bras e per finire Lo Champagne Cuvée “Josephine” prodotto solo nelle annate migliori, dall’assemblaggio di Chardonnay e Pinot Noir, lasciato riposare per almeno 8 anni.

Continua a leggere



Viaggio nel Vesuvio del vino: modernità con radici antiche

Statua di Bacco nella villa Augustea a Somma Vesuviana

 

Sul Vesuvio si fa vino fin dai tempi dei Greci, per non parlare dei Romani che ne fecero un’industria. La storia però si interrompe e con i parametri moderni possiamo dire che riprende da pochi anni, con il nuovo disciplinare della doc che data soltanto 2017. 

 

L’agricoltura del dopoguerra e del boom economico

Cosa succede? Succede che nel dopoguerra prima e con il boom economico degli anni sessanta l’agricoltura perde di centralità. Sono le fabbriche il nuovo eden per dare sostentamento alla popolazione sempre in aumento (la conurbazione tra i paesi vesuviani e Napoli tocca oggi i 4 milioni di abitanti) in cerca di lavoro per sfangare un lunario fatto frequentemente di povertà. E quindi Bagnoli, Pomigliano, quando non il dramma dell’immigrazione al nord: Fiat, Alfa Romeo, Breda.  Continua a leggere



Prosecco, Val d’Oca alza il livello: l’Uvaggio storico è un capolavoro

Val d’Oca è il brand per enoteche e ristoranti della Cantina di produttori del Prosecco di Valdobbiadene. Qui vengono profusi i massimi sforzi qualitativi di questa realtà che conta 600 conferitori con una media di 1,5 ettari a famiglia. Famiglia, termine non usato a caso perché a parte un possedimento della Chiesa, il più esteso ça va sans dire. Parliamo di realtà piccole e spesso ereditate che per superare la miseria del dopoguerra negli anni Cinquanta, si sono unite in questa cantina sociale che negli anni è diventata un modello di organizzazione. Continua a leggere



Vini estremi d’Argentina: sorprese dalla Patagonia e da oltre 3.000 metri

Vino d’Argentina, ottimo con la carne, sì certo ma queste due cantine Bodega Colomé e Bodega Otronia sono interessanti in sè in quanto la prima possiede i vigneti tra più alti al mondo oltre i tremila metri (ce ne è una in Nepal ancora più in alto…) e la seconda invece è tra le più a sud del mondo visto che è situata nel cuore della Patagonia.  

Grazie alla cucina eccellente del ristorante argentino Don Juan di Milano, abbiamo avuto l’occasione di degustare alcuni vini di queste due cantine “estreme”. Continua a leggere



Tenuta Pakravan Papi: quando la Toscana del vino guarda alla Francia (e lo fa bene)

Ci sono occasioni che non ti aspetti: la degustazioni dei vini Tenuta Pakravan Papi è una di queste. Innanzitutto perché è una Toscana diversa dal solito, visto che siamo a Riparbella in provincia di Pisa e vicino al mare, non quindi uno di quei territori famosi come Bolgheri, Montalcino, Chianti o Montepulciano. Poi perché questi vini nascono dalla storia familiare che coniuga una fuga dall’Iran – di grande attualità in questi giorni – e l’incontro in Italia con un uomo e un territorio. Da Pakravan Papi però è la Francia ad essere di casa e lo si capisce dai vini: uno chardonnay che sembra uno Chablis e un taglio di cabernet sauvignon e cabernet franc che ci porta dritti dritti a Bordeaux. E poi c’è un sangiovese…   Continua a leggere