Il futuro del vino: nasce la Carta di Marsala

La Carta di Marsala è un documento-manifesto che contiene le indicazioni e alcune proposte operative per il futuro della vitivinicoltura italiana in generale e siciliana in particolare. Si tratta di un testo programmatico che nasce dal contributo degli attori dell’intero comparto vitivinicolo nazionale e che guarda con molta attenzione anche ai fattori ambientali, nella convinzione che, per il sistema del vino siciliano, ci sia la necessità di fondare il processo di qualificazione su obiettivi e indicatori comuni, in modo di mettere il prodotto ed il consumatore al centro della proposta di cambiamento.

In questa chiave, il concetto di sostenibilità diventa fondamentale così come l’interconnessione tra economia, società ed ambiente , per affermare che il vino siciliano non è solo un’eccellenza qualitativa ma è anche un prodotto responsabile. Continua a leggere



A Marsala il Forum sul futuro del vino

Fare il punto sulle tendenze e tracciare gli scenari futuri del mercato vitivinicolo, con un occhio attento ai temi della sostenibilita’ e della tutela del paesaggio e alle strategie di promozione dei territori vitivinicoli in chiave turistica. Questo l’obiettivo del primo Forum internazionale dell’Economia e del mercato vitivinicolo, organizzato dall’assessorato alle Risorse agricole e dall’Istituto regionale vini e oli di Sicilia a Marsala da venerdì a domenica.

“Il Forum di Marsala sara’ l’occasione per fare il punto sulle condizioni del settore vitivinicolo nell’isola e in Italia – afferma l’assessore alle Risorse agricole, Dario Cartabellotta – per individuare strategie future e proposte operative”. Nel teatro comunale intitolato a Eliodoro Sollima, si alterneranno incontri e dibattiti con operatori del settore ed esperti di fama nazionale che avranno il compito di affrontare, da vari punti di vista, le delicate questioni che ruotano intorno agli aspetti socio-economici dell’intera filiera vitivinicola, anche in prospettiva dell’Expo 2015 di Milano. Continua a leggere



Se il Romanée Conti è un tarocco

Spendi 2.000 euro per una bottiglia di vino e poi è un tarocco. Magari è buono, perché non è che possono metterci dentro la benzina, però… Siamo onesti: quanti consumatori sanno distinguere immeidatamente se un vino non è un Romanée Conti bevendolo da una bottiglia uguale in tutto e per tutto all’originale?

Esattamente quello che devono aver pensato i membri di un’organizzazione con base in Italia dedita alla contraffazione e al contrabbando del Romanée-Conti, distribuito tra l’altro pure in Francia, oltre che in Italia, Svizzera, Russia, Olanda, Germania e Giappone. La banda è stata smantellata dalla Guardia di Finanza di Milano con la supervisione di Eurojust ed Europol. Continua a leggere



Five Roses, un grande rosato italiano

Quella del rosato è un po’ una perversione. E’ il classico né carne né pesce, non è rosso ma non è neanche bianco. E’ un vino a sè. Il 90% dei consumatori italia lo trova inutile, spesso finché non va a fare una vacanza in Francia e assaggia i rosati loro, magari quelli della Provenza , i migliori in assoluto. Allora entusiasta di avere scoperto un nuovo vino torna a casa sul suolo patrio e comincia a comprare delle bottiglie di rosato italiano pensando diritrovarci la stessa qualità. E fa una amara scoperta: se nei rossi e nei bianchi la distanza media tra il vino italiano e quello francese si è molto assottigliata, per i rosati siamo al punto di 20 anni fa. Non c’è partita. Non solo. Diventa difficile trovare dei vini davvero buoni (non stiamo parlando di spumanti rosé, ovviamente). Continua a leggere



L’addio al tappo di sughero per il vino docg è legge (purtroppo)

Durante il mese di settembre è stata varata la sospirata (dai produttori) modifica alla normativa che riguarda i vini docg: non esiste più l’obbligo del tappo in sughero, che ora potrà essere a vite, in silicone, ecc… il tutto per soddisfare le esigenze dei mercati esteri (americano e giapponese in primis) che privilegiano di gran lunga i vini col tappo a vite.

E così, su quei mercati, anche i nostri Baroli, Brunelli e Amaroni potranno essere venduti con la comoda apertura di facile manualità e, sopratutto, che non fa rischiare al consumatore estero di spendere parecchie decine di dollari o yen e poi avere un vino che sa di tappo. Bene, benissimo. I nostri produttori che devono primum vivere (vendere il vino) e quindi philosophari  sono felicissimi. Noi un po’ di meno. Continua a leggere



Decanter World Wine Awards festeggia 10 anni e premia il vecchio continente

I vini europei hanno riscosso un notevole successo con varietà di uve autoctone ai Decanter World Wine Awards (DWWA) di quest’anno, uno dei concorsi di vini più importanti del mondo, che ha annunciato la scorsa settimana i 32 vincitori di “International Trophy” (Trofei Internazionali) nel corso di una cena di gala tenutasi a Londra.

Con un’unica eccezione, tutti i vini vincenti per il vecchio continente sono stati prodotti con uve autoctone: “Una conferma della dedizione dei produttori del vecchio continente nei confronti del loro mestiere e della cultura della vinificazione. Senza di loro, il vino non potrebbe vantare una diversificazione così ricca”, ha commentato Steven Spurrier, Presidente dei DWWA. Continua a leggere



Export, da Settesoli “Vini differenti per mercati differenti”

Interessante chiaccherare con Roberta Urso, reponsabile pubbliche relazioni di Cantine Settesoli. Interessante sopratutto farlo a Bordeaux per Vinexpo 2013 e farsi raccontare come “il più grande vigneto d’Europa” con i suoi 2.000 soci conferitori si rivolgono ai mercati esteri. E Settesoli racconta che lo fa… Studiando! Il che è sempre una bella cosa. Certo che per poter usufruire di studi di mercato finalizzati ai singoli mercati bisogna disporre di una bocca di fuoco in grado di sparare milioni di bottiglie. Settesoli in Sicilia è questa realtà e affronta i vari competitor (sopratutto Cile, Australia eNuova Zelanda) diversificando l’offerta. Clicca e… Continua a leggere


La ricetta per l’export di Nicosia: “Comunicare i microterritori come l’Etna”

Continuiamo il nostro giro tra le aziende che a Vinexpo lavorano per combattere la crisi. Abbiamo incontrato Giuseppe Monaco, responsabile estero di Nicosia azienda siciliana che fa dell’Etna il suo punto di forza. Il vino dell’Etna si sa sta vivendo un grande momento, in Italia. Quello che abbiamo cercato di capire con Nicosia è come si fa a comunicare un territorio all’interno di una doc addirittura appena nata come quella Sicilia. L’opinione di Romano è che l’Italia “deve” puntare sulle realtà micro-regionali e comunicare col consumatore maturo ed evoluto. Clicca e guarda l’intervista.