Live Wine 2016, il salone dei vini artigianali

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Anche quest’anno siamo stati al Live Wine, importante vetrina internazionale sui vini artigianali. Come lo scorso anno non sono mancate le sorprese positive, ma anche le conferme. Molto interessante la presenza di produttori di vari paesi di cui è raro avere l’occasione di provare i vini: Grecia, Repubblica Ceca, Ungheria, Croazia e molti altri oltre a Francia, Spagna e naturalmente Italia. Proprio restando nel nostro Paese ecco un po’ di vini e cantine che ci hanno piacevolmente colpito per un motivo o per l’altro! Continua a leggere

Maria Grazia di Carlo Giacosa, un nebbiolo davvero piacevole

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Spesso quando si fa riferimento alle Langhe ci si concentra in modo esclusivo sui grandi Baroli e Barbareschi. Certamente la fama di questi vini nobili è più che meritata, ma chi volesse mantenere un occhio anche al portafoglio senza rinunciare a bere bene può trovare molte soddisfazioni anche nei “semplici” nebbioli.

Abbiamo provato il Maria Grazia Langhe Nebbiolo 2010 di Carlo Giacosa, cantina storica del territorio di Barbaresco.

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Unesco: i vigneti di Langhe, Roero e Monferrato diventano patrimonio dell’umanità

BaroloSono i vigneti del Barolo e del Barbaresco, ma anche del Dolcetto, del Nebbiolo, del Roero, dell’Arneis, del Barbera e dello Spumante e del Moscato d’Asti. Sono diventati il 50° sito patrimonio dell’umanità tutelato dall’Unesco in Italia. Chiunque ci sia stato almento una volta ricorda la assoluta perfezione delle colline di Langhe, Roero e Monferrato, che, sopratutto nelle prime, assurgono a paesaggio quasi irreale, con quelle vigne ordinate alla perfezione. Barolo, Monforte, Serralunga, Nizza, Canelli, tanti i nomi di paesi che sanno di vino, di vino buono. Dopo anni di lavoro a Doha in Quatar hanno riconosciuto l’importanza del lavoro di generazioni di contadini e vignaioli che hanno plasmato un territorio straordinario per la qualità del prodotto e per la bellezza dell’insieme. Quelle vigne del Piemonte quindi sono considerate nel mondo da oggi come il centro storico di Firenze, o la Cappella Sistina. Continua a leggere

Luca, un barbaresco prezioso come un figlio

Anche noi di Avvinando abbiamo le nostre preferenze, come tutti. L’azienda Carlo Giacosa di Barbaresco è senz’altro tra quelle cantine che secondo noi vale la pena di frequentare. Perché in primis i vini sono tutt’altro che “i soliti” barbaresco, nebbiolo, barbera o dolcetto. Anzi, le loro interpretazioni, specie nel nebbiolo, sono davvero come un tenore che canta fuori dal coro. Secondo perché tutti i vini presentati sono sempre perlomeno ottimi e tutti gli anni ce n’è sempre almeno due o tre eccellenti.  Quindi perché uscire sul mercato con un barbaresco riserva (quindi più costoso) nell’anno di crisi peggiore dal dopoguerra? Per dedicarlo al figlio, Luca.

Sì vabbè, ma com’è questo vino? Il barbaresco Luca 2007 è un vino straordinario. Alla vista si presenta di un bel rosso scuro, profondo, di grande intensità. Al naso è perfettamente opulento, forse leggermente appena alcolico. Profuma di confettura di mirtillo, rabarbaro, c’è cannella e zenzero. Si sente la tisana ai fiori d’ibisco. Insomma uno spettacolo: ci si passerebbero le ore col naso dentro al bicchiere, se non fosse che il meglio deve ancora venire. Continua a leggere

BBS – La Favorita del Piemonte

Ammetto che questa volta ero un po’ indeciso se presentare questa bottiglia. Non per la scarsa qualità, anzi. Ma perché si tratta di un vitigno, La Favorita, che non solo risultava sconosciuto a chi scrive, ma pure ad un paio di amici appassionati piemontesi. Ora essendo tipico di laggiù, la cosa mi ha preso un po’ in contropiede. Lo spirito che anima Bere Bene al Supermercato è esattamente l’opposto: niente chicche da superespertoni e cercare di scegliere bottiglie di facile reperibilità.
Poi mi sono detto: la reperibilità è facilissima, la bottiglia in questione è stata comprata all’Ipercoop di Piazzale Lodi a Milano e poi parliamo di una cantina, Terredavino, distribuita in tutta Italia, che produce la bellezza di 5 milioni di bottiglie grazie agli oltre 5.000 ettari coltivati dai 2.500 soci organizzati in 14 punti di vinificazione tutti rigorosamente in Piemonte; col prezzo anche ci siamo: 5,44€ è praticamente il centro perfetto del nostro range. L’ultimo colpo alle mie resistenze lo ha dato il vino, goduto in una serata torrida da oltre 30 gradi è andato giù che è un piacere. Allora mi sono convinto ed eccoci qui. Continua a leggere

Vinitaly in diretta: Piemonte

Non si può davvero passare per il Padiglione Piemonte e restare indifferenti alla qualità e quantità di grandi e piccoli eccellenti vignaioli che questa regione sa esprimere.

Silvano Casiraghi e le sue "creature"

Due segnalazioni un po’ diverse dalle solite. Comiciamo da Bussia Soprana, di Silvano Casiraghi che ci ha fatto assaggiare un barolo Mosconi, annata 1996 di eccezionale spessore. I profumi tipici di questo vino sono tutti ben presenti e marcati e non smettono mai di evolversi. In bocca è un capolavoro di equilibrio e anche se assaggiare baroli a uno stand non è cosa semplice vista la complessità e raffinatezza del vino in questione, non c’è dubbio che una visita da Bussia Soprana meriti di essere fatta.

Altra suggestione, ma, ripetiamo ce ne sarebbero decine di altre, per un viticultore un po’ nascosto ma di grande spessore. Andate allo stand della Camera di Commercio di Cuneo e chiedete di Buganza. Tra i tanti suoi vini, non perdetevi le due barbera: La Vigna veja e la Gerbole. La prima è un capolavoro di barbera assoluto. Fruttatissima ma tutt’altro che banale, anche in bocca è i sapori sono pieni e freschi. La Gerbole è passata in legno e una certa maggiore morbidezza ed eleganza la si sente, pur restando un vino di grande freschezza. In realtà sono due grandissime barbera. Poi è questione di gusti per quale preferire