Assegnati i Premi Grandi Cru d’Italia ai migliori giornalisti e media italiani e internazionali

Assegnati martedì sera, nella suggestiva cornice di Palazzo della Ragione in Cortile Mercato Vecchio a Verona, i Premi Grandi Cru d’Italia, dedicati alle migliori firme e alle migliori pubblicazioni, italiane e internazionali, che si occupano di vino. Alla cena di gala hanno partecipato 360 giornalisti e operatori nazionali e internazionali, autorità e i soci del Comitato Grandi Cru d’Italia, l’associazione presieduta da Vittorio Frescobaldi (Past President Piero Antinori), che sul modello francese riunisce i 110 produttori dei vini di più alta qualità, secondo i rating delle guide e delle riviste, da almeno 20 anni. Ad esaltare i vini Grandi Cru serviti nel corso della cena dai sommelier di AIS Veneto, i piatti firmati da due dei più brillanti chef della cucina italiana, Enrico e Roberto Cerea, del Ristorante Da Vittorio.

I vincitori delle sei categorie di premi, in base al voto dei soci del Comitato Grandi Cru d’Italia, sono stati:
– Migliore giornalista italiano, Ian D’Agata (International Wine Cellar, Guida ai Migliori Vini d’Italia)
– Migliore giornalista internazionale, Monica Larner (Wine Enthusiast)
– Migliore giovane giornalista internazionale, Matt Skinner (Sunday Telegraph, Gourmet Wine Traveller)
Nella categoria dedicata ai media:
– Migliore testata italiana, Radio 24 – Il Gastronauta
– Migliore testata o guida internazionale, Decanter ex aequo Chinese Edition Guida Vini Gambero Rosso
– Migliore website, www.winenews.it ex aequo www.jamessuckling.com Continua a leggere



La Campania che chiama Catullo

Il Falerno del Massico doc di Masseria Felicia 2088 è una sorpresa felice. Il 2004 (c’è ancora qualche bottiglia) è il capolavoro della giornata. L’etichetta recita la citazione catulliana “Minister vetuli puer Falerni, inger mi calices amariores”. Davvero azzeccata. Particolare, ma buona, il Falerno del Massico bianco “anthologia”. E’ una Falanghina, ma ricorda i riesling del Rheingau. Troppo alcol in corpo o un vino davvero unico?

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