Prosecco, Val d’Oca alza il livello: l’Uvaggio storico è un capolavoro

Val d’Oca è il brand per enoteche e ristoranti della Cantina di produttori del Prosecco di Valdobbiadene. Qui vengono profusi i massimi sforzi qualitativi di questa realtà che conta 600 conferitori con una media di 1,5 ettari a famiglia. Famiglia, termine non usato a caso perché a parte un possedimento della Chiesa, il più esteso ça va sans dire. Parliamo di realtà piccole e spesso ereditate che per superare la miseria del dopoguerra negli anni Cinquanta, si sono unite in questa cantina sociale che negli anni è diventata un modello di organizzazione. Continua a leggere

Vini estremi d’Argentina: sorprese dalla Patagonia e da oltre 3.000 metri

Vino d’Argentina, ottimo con la carne, sì certo ma queste due cantine Bodega Colomé e Bodega Otronia sono interessanti in sè in quanto la prima possiede i vigneti tra più alti al mondo oltre i tremila metri (ce ne è una in Nepal ancora più in alto…) e la seconda invece è tra le più a sud del mondo visto che è situata nel cuore della Patagonia.  

Grazie alla cucina eccellente del ristorante argentino Don Juan di Milano, abbiamo avuto l’occasione di degustare alcuni vini di queste due cantine “estreme”. Continua a leggere

Tenuta Pakravan Papi: quando la Toscana del vino guarda alla Francia (e lo fa bene)

Ci sono occasioni che non ti aspetti: la degustazioni dei vini Tenuta Pakravan Papi è una di queste. Innanzitutto perché è una Toscana diversa dal solito, visto che siamo a Riparbella in provincia di Pisa e vicino al mare, non quindi uno di quei territori famosi come Bolgheri, Montalcino, Chianti o Montepulciano. Poi perché questi vini nascono dalla storia familiare che coniuga una fuga dall’Iran – di grande attualità in questi giorni – e l’incontro in Italia con un uomo e un territorio. Da Pakravan Papi però è la Francia ad essere di casa e lo si capisce dai vini: uno chardonnay che sembra uno Chablis e un taglio di cabernet sauvignon e cabernet franc che ci porta dritti dritti a Bordeaux. E poi c’è un sangiovese…   Continua a leggere

E’ morto Vittorio Vallarino Gancia, imprenditore del vino rapito dalle Brigate rosse

E’ morto a 90 anni Vittorio Vallarino Gancia. Per decenni guidò la Gancia, l’azienda che era stata fondata dal suo bisnonno nel 1850.

Nella sua lunga vita ha ricoperto diversi incarichi, tra i quali quelli di presidente del Consorzio dell’Asti e di Federvini. Nel 1994 il presidente della Repubblica Scalfaro lo nominò Cavaliere del Lavoro.

Nel 1975 fu rapito dalla Brigate Rosse e poi liberato grazie a un blitz dei carabinieri con conseguente conflitto a fuoco in cui persero la vita l’appuntato Giovanni D’Alfonso e la terrorista Mara Cagol, fondatrice del gruppo armato assieme al marito Renato Curcio.

Vino, si può bere bene anche a Ferragosto: ecco i nostri consigli

A Ferragosto ci si ritrova in famiglia e/o con gli amici quindi che cosa c’è di meglio dello stare a tavola mangiando e bevendo una buona bottiglia di vino? Per  il cibo non possiamo farci nulla ma per la parte alcolica qualche consiglio lo abbiamo. 

Qui troverete le nostre scelte (con i più recenti assaggi) per i vini bianchi e le bollicine, mentre qui troverete quelle per i rossi e i rosé. Sperando che noi tutti si possa trascorrere ore di pace e felicità all’insegna della buona tavola. Auguri di buon Ferragosto a tutti.

Sergio e Raffaele

Viaggio in Valtellina: il Nebbiolo eroico delle Alpi

 

Un grande solco lungo 40km scorre longitudinalmente nel nord della Lombardia stretto tra le Alpi Orobie a sud e le Retiche a nord. Siamo in Valtellina guardata nel suo tratto mediano dai 4049 metri del Pizzo Bernina, il punto più alto della regione e il ‘4000’ più orientale delle Alpi.
La valle oltre che crocevia di genti è da sempre terra di grandi vini: in questo aiuta la particolare disposizione – parallela e non perpendicolare all’Arco Alpino – dove a un versante orobico in ombra fa da contraltare uno retico molto luminoso: qui il numero di ore di sole è pari a quello dell’Isola di Pantelleria.
Esattamente come in Alto Piemonte a farla da padrone è il Nebbiolo, chiamato in loco Chiavennasca. Il paesaggio però è molto diverso: i vitigni non ricoprono morbide colline ma sono letteralmente ‘strappati’ alle pareti verticali della montagna attraverso terrazzamenti artificiali in muretti a secco in sasso. Questi muretti, caso unico per dimensioni in Europa, raggiungono i 2500 km di sviluppo e dal 2018 fanno parte del patrimonio Unesco. Oltre a dare funzione di sostegno, garantiscono un microclima ideale per la vite fungendo da veri accumulatori di calore: durante le stagioni fredde catturano il tepore di giorno e lo rilasciano di notte evitando gelate o repentine variazioni di temperatura.  Continua a leggere

Il Rosé pugliese alla conquista di New York

Lo chiamano Pink Bubbly per il colore e le bollicine che lo caratterizzano. Nella stagione estiva newyorkese, il Rosé, ossia le bollicine rosa della Puglia, scala i grattacieli di Manhattan e raggiunge la vetta delle classifiche dei vini più gettonati del mercato americano. È questo il dato che fuoriesce dalla tre giorni della Summer Fancy Food 2022, la più grande manifestazione americana dedicata all’agroalimentare che ha visto, grazie a Puglia Wine World, una folla di visitatori – oltre 10mila – tra buyers stranieri, stampa di settore e wine lovers, puntare gli occhi e degustare con i propri palati il rosé made in Puglia.

Montevecchia da bere: la Brianza (lecchese) che fa il vino

In Brianza sono i migliori al mondo a fare i mobili, ma sapranno anche fare il vino? Per scoprirlo si può andare l’11 prossimo a Montevecchia, bel borgo collinare esattamente a metà strada tra Milano e Lecco e partecipare al percorso di Montevecchia da bere dove i produttori locali offrono degustazioni con assaggi di formaggi locali, per i quali il paese è in realtà più famoso nella zona.  Continua a leggere