Wine Summit 2021, alla scoperta dell’Alto Adige e dei suoi vini

L’Alto Adige, ne abbiamo parlato in passato, affacciato tra le Alpi e il Mediterraneo, è una zona dalla grande peculiarità climatica, dove la vite ha trovato un habitat ideale. Il Wine Summit è una bella occasione per immergersi nel fascino di questo territorio, scoprirne i sapori, i paesaggi e, naturalmente, i vini. Calore e clima montano, zone, altitudini e vitigni differenti dipingono un panorama enologico tutto da scoprire. Da un lato autoctoni straordinari, dall’altro i più classici internazionali che qui trovano grande espressività. Continua a leggere

Alto Adige Wine Summit: cinque vini bianchi in anteprima che ci hanno entusiasmato

Parlare di Alto Adige significa parlare di un luogo meraviglioso e di grande tradizione. Di vini straordinari, di produttori che hanno fatto sistema, di un paesaggio profondamente modellato dalla viticultura. Significa parlare di un territorio che tra gli anni 70 e degli anni 80 ha iniziato a guardare alla qualità più che alla quantità, con vini dalla grande peculiarità e riconoscibilità.

Proprio per comunicare tutto questo attraverso le nuove annate e celebrare i dieci anni del Consorzio Vini Alto Adige a Bolzano è nato l’Alto Adige Wine Summit.

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BBS – Abbazia di Novacella Sylvaner, un principe per tutti

Metto subito le carte in tavola: ritengo l’Abbazia di Novacella, in quel di Bressanone, Alto Adige, una della dieci cantine migliori d’Italia. Penso che il Kerner Praepositus della suddetta abbazzia sia uno dei pochissimi vini bianchi per il quale valga la pena di spendere come per un ottimo vino rosso (tra i 15 e i 20 euro). Ergo: sono di parte. Però da quando all’Esselunga di Cernusco Lombardone è arrivato uno dei vini “base” della cantina, il Sylvaner, la mia vita di bevitore è cambiata. Per inciso c’è anche il Müller-Thurgau, ma di questo forse ne parleremo un’altra volta. Costa 8,49€ e quindi è nella fascia alta del nostro criterio di scelta ma merita, ah se merita.
In tutta onesta non mi sento di riassumere in due righe la storia di una cantina che vinifica da più di novecento! anni. Date un’occhiata al sito e se potete andate a visitarla, il posto è bellissimo e soprattutto istruttivo (oltre ad esserci una fior di enoteca, e non perdetevi i distillati).
Producono bianchi nella valle d’Isarco e rossi nelle zone più vocate a sud della provincia autonoma. Parliamo un attimo del sylvaner, vitigno tipico dell’enologia tedesca (Franconia sopratutto) e alsaziana che in valle Isarco ha trovato il suo posto al sole. E’ uno dei pochi bianchi che gradisce un leggero invecchiamento, non certo a livello di un riesling ma insomma. Io cerco sempre di avere in inverno un paio di botiglie anche dell’annata precedente e poi vi dirò per che cosa. Continua a leggere