Undici vini rossi che ci sono piaciuti da bere a Natale

Come promesso dopo i nostri consigli sui bianchi, eccoci con i vini rossi degustati negli ultimi mesi che vi consigliamo per le Festività natalizie. Continuate a seguirci perché presto vi daremo qualche le nostre referenze anche sui vini da dessert e distillati e quindi sugli spumantiStay tuned quindi!

Kolbenhofer Schiava 2018 Hofstatter. Schiava con una piccola percentuale di lagrein, insomma l’Alto Adige autoctono in rosso. Vino dal naso delicatamente fruttato, la bocca è sottile, fresca e sapidissima con un finale che sfuma in note come la liquirizia. Per chi ama i rossi non troppo impegnativi, ideale per iniziare le vostre tavolate.

Il Forno Freisa d’Asti 2018 Cascina Gilli. Rosso inaspettato che ha morbidezza, una bella freschezza e note di piccoli frutti rossi per un vino che fa della piacevolezza il suo punto di forza. Per chi ama i rossi equilibrati ma non troppo strutturati.

Sette Carignano del Sulcis 2018 Cantina Calasetta. Dall’estremo sud della Sardegna un vino goloso dal gran rapporto qualità prezzo reperibile in tutti i supermercati dell’isola. Domina il frutto rosso piacevolissimo in entrata ma la bocca si inonda poi di freschezza e di super sapidità. Per chi ama i rossi mediterranei ma non vuole spendere un capitale.

Chianti Classico 2017 Lamole di Lamole. Vino di super beva ed eleganza, fresca e varietale. Il Chianti come piace a noi, con le note di violetta, il bel tannino, l’equilibrio improntato sullo slancio con un bel finale sapido e quasi mentolato. Se come noi amate il sangiovese (qui con un’aggiunta di canaiolo nero), darà il massimo con le preparazioni a base di carne.

Ottosecoli Governo all’uso toscano 2019 Conte Guicciardini. Ancora Toscana e ancora sangiovese e altre uve regionali per un vino buono buono buono che ripropone l’antica pratica basata sulla rifermentazione del vino appena svinato con le uve appassite per donargli maggior corpo e complessità. Il colore nel bicchiere è splendido, il naso fruttato e floreale, la bocca è materica e complessa ma scattante e minerale per un vino che sa essere al contempo elegante e godurioso.

Megonio 2017 Librandi. Naso delizioso, bocca che parte morbida e avvolgente poi libera il tannino e la freschezza del magliocco, uva autoctona calabrese. Vino vibrante di giovinezza, ha note di mandorla, liquirizia e Mediterraneo. Se vi piacciono i rossi di carattere, qui ce n’è da vendere!

Pian Alto Colli Berici 2015 Gianni Tessari. Vino che ci è piaciuto moltissimo, da un territorio, i Colli Berici, che non finisce di stupirci. Merlot, cabernet franc, cabernet sauvignon e carmenere per un naso complesso che va dal frutto alla liquirizia, dalle spezie a note scure di fiori appassiti. La bocca è piena e succosa ma attraversata da una freschezza lunghissima e una sapidità netta, quasi didattica. Per chi ama i “bordolesi” ecco un’ottima scelta nostrana.

Pianlong Buttafuoco 2017 Scuropasso. Nuovo arrivato nel Club del Buttafuoco Storico, piccola eccellenza lombarda e oltrepadana in particolare. C’è piacevolezza di beva nonostante la concentrazione. Il frutto, il tannino e la struttura della croatina, la freschezza della barbera, la ricchezza e la speziatura dell’uva rara e della vespolina. Se volete scoprire un vino importante e corposo, fa al caso vostro.

Hide Sirah 2016 Bulichella. Continuiamo con i vini gran corpo, questa volta dalla costa toscana. C’è il frutto rosso, la speziatura, pienezza e un gran tannino. Il finale sfuma sul balsamico. Può stare ancora a lungo in cantina, ma vi darà grandi soddisfazioni con le carni rosse.

Amarone della Valpolicella Classico 2012 Santa Sofia. Cantina che ci ha abituato ad amaroni che abbiamo spesso definito “beverini”. Qui i vigneti sono quelli più vecchi, l’affinamento è di cinque anni in botte e di tre in bottiglia. Il colore è granato con sfumature aranciate, ci sono note erbacee, di frutta passita e secca, di cacao, tabacco, liquirizia e qualcosa di dolce ma soprattutto  c’è tanta freschezza. Per chi ama l’Amarone, qui si incontrano la grande complessità e la bevibilità per un vino che vi accompagnerà a tavola con grande soddisfazione!

Salae Domini Campi Taurasini Cantine Antonio Caggiano. La dimostrazione in bottiglia che la nomea di Barolo del Sud per il Taurasi è del tutto meritata. Solo che bisogna farlo bene e qui già dal naso si capisce che siamo davanti a un bicchiere speciale. In bocca rimane fresco e intrigante, senza alcuna forzatura “legnosa”. Da provare assolutamente.

 

Sergio e Raffaele