Archivi autore: Stefano Tamiglio
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Vinitaly 2015: Abruzzo: Poggio Varano 2010 dell’azienda agricola Barone Cornacchia
Vinitaly 2015: sagrantino di Montefalco dell’azienda agricola Benincasa
Vinitaly 2015, dalla Sardegna Vasca50 dell’azienda Meloni
Amarone 2011: si ritorna al Top della qualità
Tra i grandi vini italiani l’amarone della Valpolicella è sicuramente una delle grandi eccellenze ed è questo che devono aver pensato gli organizzatori di Anteprima Amarone 2011 nel predisporre presentazione dell’annata in essere. Si è svolto infatti al Palazzo della Gran Guardia che si trova nella bellissima piazza Bra’ di Verona la kermesse che ha messo in mostra gli ultimi nati di ben 64 aziende del territorio. Nelle due giornate veronesi abbiamo avuto la fortuna di assaggiare molte di queste etichette e dobbiamo davvero dire che pur essendo in presenza di un vino ancora molto giovane le premesse per un annata “monstre” di questo nettare di Bacco ci sono tutte. Tesi peraltro confermata dagli stessi produttori che in coro affermano che da anni non si trovavano davanti ad un risultato del genere (le ultime annate TOP da ricordare in questo senso sono la 2005, la 2006 e la 2007). Ora prima di passare alle note di degustazione ci sentiamo di fare due premesse doverose, la prima è che i vini che abbiamo assaggiato sono estremamente giovani, quattro anni per un vino come l’amarone sono nulla e quindi anche le relative caratteristiche organolettiche sono da considerarsi in evoluzione prova ne è che molti dei vini assaggiati saranno sul mercato non prima di qualche mese se non, in qualche caso, addirittura di un anno. La seconda riguarda il consumo, quando e se vi capiterà di acquistare una 2011 di Amarone non abbiate alcuna fretta di stapparla anzi……”dimenticatevela” in cantina e bevetevela tra qualche anno magari per qualche occasione speciale, non ve ne pentirete. Continua a leggere
Pranzi e cenoni delle feste: qualche consiglio per il vino
Tra i compiti più complicati per un blogger italiano del vino c’è quello sicuramente di indicare i vini ideali e perfetti per i pranzi e i cenoni delle feste, non per mancanza di idee o spunti quanto per la cultura e le tradizioni italiche che variano da regione a regione se non addirittura da provincia a provincia (per intenderci, fossimo in america dove la quasi totalità dei suoi abitanti festeggia mangiando il tacchino arrosto accompagnato da verdure e salsa di mirtilli il compito sarebbe presto fatto indicando magari in uno chardonnay californiano il vino ideale). In Italia invece, come dicevamo prima. c’è chi festeggia con pietanze prevalentemente a base di pesce (soprattutto al sud),e c’è chi invece celebra le feste con arrosti o brasati, nel mezzo mille e mille variabili che rendono davvero arduo il lavoro al povero blogger. Fatta questa doverosa premessa, proveremo comunque a darvi qualche suggerimento per i vostri abbinamenti pescando tra i piatti più classici della tradizione italiana. Continua a leggere
Varvaglione-vigne&vini: modernità e tradizione
Raramente da queste pagine abbiamo parlato di aziende “large”, cioè di quelle aziende che producono milioni di bottiglie, forti della convinzione che è molto difficile mantenere un trend qualitativo di livello quando questa produzione viene “spalmata” su un numero cosi elevato di bottiglie ed una quantità di etichette che spesso superano la ventina. Fortunatamente però, le convinzioni sono fatte per essere smentite e quando ci si imbatte in una di queste realtà ci sembra parlarne. Abbiamo avuto la possibilità di assaggiare molte delle referenze (in totale sono 21), dell’azienda Varvaglione- Vigne e vini di Leporano (TA), e siamo rimasti piacevolmente impressionati dal livello qualitativo di questa azienda, sia che questo fosse espresso dalle bottiglie della linea base (reperibili per pochi euro ma ben spesi), sia che questo venisse espresso dalle bottiglie della linea studiata e dedicata alla ristorazione ed al canale Ho.re.ca. (enoteche, wine bar e locali di intrattenimento, per intenderci. Continua a leggere
Sa Spinarba, Meloni e Mora&Memo….una nuova idea di Sardegna
L’errore che si è fatto molto spesso, soprattutto in passato a proposito dei vini di Sardegna è quello di pensare ad una viticultura arcigna e dura che desse come risultato vini pesanti e difficili da bere (il pensiero va soprattutto a certi cannonau super alcolici e senza alcuna freschezza…), ma fortunatamente anche l’isola dei quattro mori negli ultimi anni ha elevato di molto il livello di qualità. I meriti di questa crescita sono da ricercare, oltre che nel generale aumento di interesse legato all’enologia e alla viticultura da parte del pubblico anche e soprattutto dalla nascita di nuove realtà che hanno di fatto “svecchiato” una certa idea di viticultura. In questo panorama, abbiamo avuto modo di assaggiare recentemente alcune cose di assoluto livello che ci hanno confermato questo cambio di passo da parte dei produttori sardi.
La prima segnalazione riguarda l’azienda agricola Sa Spinarba di Donori (CA), piccolissima azienda a conduzione familiare che produce poche bottiglie che cura una ad una come fossero dei figli, delle quattro tipologie concepite l’Ardile è sicuramente, a nostro avviso il prodotto più riuscito. Il vino è un IGT Isola dei Nuraghi ed è ottenuto da un uvaggio di tre vitigni autoctoni e semi sconosciuti ai più (Maristellu, Barbera sardo e Bovale) e nonostante il “generoso” grado alcolico (14 % vol.), riesce ad essere un vino molto piacevole da bere con una inusuale freschezza degustativa. Per sua natura e composizione è da bersi in accompagnamento a piatti corposi e saporiti come, ad esempio, cacciagione di pelo (cinghiale su tutti) e formaggi stagionati. Continua a leggere