Pranzi e cenoni delle feste: qualche consiglio per il vino

Tra i compiti più complicati per un blogger italiano del vino c’è quello sicuramente di indicare i vini ideali e perfetti per i pranzi e i cenoni delle feste, non per mancanza di idee o spunti quanto per la cultura e le tradizioni italiche che variano da regione a regione se non addirittura da provincia a provincia (per intenderci, fossimo in america dove la quasi totalità dei suoi abitanti festeggia Natale1mangiando il tacchino arrosto accompagnato da verdure e salsa di mirtilli il compito sarebbe presto fatto indicando magari in uno chardonnay californiano il vino ideale). In Italia invece, come dicevamo prima. c’è chi festeggia con pietanze prevalentemente a base di pesce (soprattutto al sud),e  c’è chi invece celebra le feste con arrosti o brasati, nel mezzo mille e mille variabili che rendono davvero arduo il lavoro al povero blogger. Fatta questa doverosa premessa, proveremo comunque a darvi qualche suggerimento per i vostri abbinamenti pescando tra i piatti più classici della tradizione italiana. Nord Italia
Cominciando dal nord italia, uno dei piatti più classici arriva dal Piemonte e sono gli agnolotti (un tipo di pasta con ripieno di carne), che possono venire consumati in due modi diversi; o asciutti con il tipico sugo al brasato o in brodo. Nel primo l’abbinamento ideale è quello con il vino medesimo utilizzato per cucinare la carne (essendo nella regione cara a Cavour l’indicazione va sul tipico vino nebbiolo, autoctono locale), nel secondo l’accostamento rimane un poco più difficile per la presenza del brodo. In questo comunque, il consiglio è quello comunque di un vino rosso di medio corpo e non eccessivamente alcolico, un bel dolcetto delle Langhe o di Dogliani secondo noi è perfetto (senza dimenticare, come si usa in loco, di versarne un goccio anche nel piatto di agnolotti). Attraversiamo la pianura Padana e trasferiamoci in Veneto dove è la polenta ad essere la regina del Natale. In questo caso il piatto natalizio più classico è con il Baccalà mantecato che andremo ad abbinare con una bella bollicina del Trentino d della Franciacorta oppure, per chi preferisce i vini fermi, con un profumato sauvignon.

Centro Italia

Spostandoci nel centro Italia la tradizione vede la carne  (tacchino o la faraona arrosto su tutti ma anche cacciagione di pelo come il cinghiale tipico della Toscana o di piuma come il piccione tipico dell’Umbria ), essere la regina incontrastata della tavola. A seconda della regione la preparazione varia ogni volta e dare una indicazione di una tipologia di vino sola e impresa assai difficile. Possiamo tentare di fare degli esempi. Se parliamo per esempio della tacchina farcita con castagne ed erbe che si usa fare sia in Toscana  che nel Lazio l’accostamento ideale potrebbe essere con un sapido vermentino toscano o con un bel frascati laziale. Per la cacciagione ci orienteremo su un bel chianti riserva nel caso del cinghiale o on bel rosso di Montefalco  nel caso del piccione. Tra i primi piatti, se prendiamo ad esempio i vincisgrassi tipici delle Marche (una sorta di lasagna condita con i fegatini), l’accoppiamento ideale e con un rosso del Conero o un rosso Piceno.

Sud Italia

Al Sud è tutt’altra musica e a farla da padrone incontrastato sulle tavole, dell’ ex impero borbonico, è senza dubbio Sua Maestà: il pesce. Totani, vongole, capitoni e chi ne ha più ne metta. Fate attenzione però, perché l’errore più grossolano che si può fare e pensare solo ed esclusivamente ad abbinamenti con i vini bianchi. Il capitone, per esempio lo andremo a mangiare con un bel rosso di media struttura come il negramaro pugliese o con un Lacryma Christi rosso del Vesuvio. Con gli altri ingredienti di pesce tipici dei menù natalizi faremo abbinamenti tipici e territoriali e quindi  se andremo a mangiare un classico come gli spaghetti con le vongole andremo a bere un vermentino di Gallura sardo o una profumato vino di uve grillo siciliano mentre se mangeremo un piatto di totani e patate tipico della cucina campana lo potremo tranquillamente accompagnare con una falanghina del Sannio.

Non ne vogliate al vostro povero blogger che spera, almeno in parte, di avere assolto al compito e si  augura di esservi stato utile con qualche consiglio nonostante la vastità e varietà  della cucina tradizionale natalizia italiana. Un felice augurio di buon Natale a tutti voi.

 

Stefano Tamiglio

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