Anche quest’anno, inutile fare buoni propositi, con l’arrivo delle festività natalizie ci concederemo qualche strappo alle diete quotidiane… e allora via di pranzi o cene con tavole imbandite. Ne risentirà forse la linea ma non certo l’umore e, per chi come noi è appassionato di vino, sarà di certo il momento propizio per concedersi qualche bottiglia speciale. Noi di Avvinando come sempre lo faremo con un occhio anche al portafoglio. Ecco un po’ di vini italiani che abbiamo provato negli ultimi tempi che ci sono piaciuti. Ve li proponiamo in ordine un po’ casuale, non in abbinamento cioè a un menu fisso dal momento che ognuno ha le sue tradizioni e i propri piatti del cuore per le Feste.
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Ben Ryé Donnafugata 2012 e 2008: il re dei passiti italiani
E convinzione, anche abbastanza netta, di chi scrive che sui vini dolci in Italia abbiamo enormi potenzialità ma su come farle fruttare ci sia spesso ancora molto da imparare. Che non ci sia insomma quella qualità stratosferica raggiunta dai grandi Sauternes o dai tedeschi Trockenbeerenauslese, dagli Eiswein e così via. Quello che trovo manchi nei campioni italiani in generale è l’acidità, che anche nei prodotti più carichi ti invoglia a bere un secondo bicchiere. Ecco, io con i passiti italiani è già tanto se – con piacere – finisco il primo di bicchiere. Finora.
Poi è arrivato il Ben Ryé di Donnafugata e tutto è cambiato. Ne abbiamo già parlato varie volte su Avvinando, ma recentemente per una fortunata combinazione di eventi (alla stessa cena bottiglie portate da persone diverse) ho potuto con tutta calma degustarne due annate piuttosto diverse: 2008 e quella attualmente in commercio credo, la 2012.
Uve zibibbo, fatto a Pantelleria, non sto a raccontarvi i dettagli che potete benissimo leggere sul completo sito di Donnafugata. Quello di cui vorrei scrivere è della strepitosa – e per me sorprendente – capacità di invecchiamento di questo vino che merita di stare a fianco dei più grandi in Europa. Continua a leggere