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Anarchico e volubile, complesso e difficile da coltivare. La Nascetta, il vitigno piemontese dal quale si produce l’omonimo vino bianco nelle Langhe, è così, sensibile alle condizioni climatiche e dalle basse rese. Lo sforzo però viene ampiamente ripagato sul lungo periodo.
Come sempre Verona nei giorni del Vinitaly offre un grande spaccato sul mondo del vino, dai temi più caldi del momento alle innumerevoli opportunità di assaggi. E a questo proposito, ecco una selezione degli assaggi e delle esperienze più interessanti che abbiamo fatto.
Questo non è il solto articolo “best of” ma parliamo di vini “sorprendenti” nel senso che per diversi motivi, tra cui l’ignoranza di chi scrive, non ci aspettavamo che fossero così buoni e quindi adattissimi per tirarsi su in questo blue monday (con un occhio sempre al codice della strada, ovviamente).
Il primo incontro con i vini rosé di Costaripa avveniva diversi anni fa in un ristorante sopra Mandello del Lario (Lecco), dopo aver scarpinato per qualche oretta sul favoloso Sentiero del Viandante. “Mangiamo una cosa veloce e poi si torna alla macchina”. Ma sapete com’è: la mangiata non è più tanto veloce e la titolare vista la giornata di tarda primavera piuttosto afosa ci propone delle bollicine. “Avrei voglia di un rosé” dice mia moglie. E io tra me e me sbuffo perché d’accordo che ci sono favolosi rosé… in Francia, però. La titolare allora sorridendo: “Perché allora non delle bollicine rosé?”. Oh mamma, peggio mi sento ma abbozzo.
Nasce così il primo incontro con Costaripa e i suoi vini. Dal suo spumante metodo classico Rosé che da allora non è più mancato nella nostra cantina. Nata dall’intuizione di Mattia Vezzola, questa cantina del Garda bresciano fin da subito si pone l’obiettivo di fare in Italia dei rosé che possano competere con quelli provenzali.
Chi ci segue qui su Avvinando sa quanto ci stia a cuore il lambrusco, in tutte le sue declinazioni. In passato vi abbiamo raccontato la sua versatilità e, un po’ provocatoriamente, la nostra idea che si tratti del vino italiano del futuro. E quale occasione migliore per tornare a parlarne del World Lambrusco Day, che coincide con l’arrivo dell’estate e della stagione della festa portando il vino emiliano “fuori casa” in luoghi suggestivi per svelarne le potenzialità.
“A Montefalco” è la manifestazione che illustra gran parte della produzione di vino dell’Umbria e che come da titolo è incentrata sul territorio di Montefalco e delle sue Doc e Docg. Durante la splendida edizione 2024 abbiamo avuto la fortuna di visitare alcune cantine che hanno restituito un quadro dell’Umbria del vino interessantissimo e in piena evoluzione. Questa è solo una short list delle bottiglie che ci sono piaciute di più.
È sempre stimolante girovagare tra le colline moreniche della Franciacorta, quell’ondulato lembo di terra nel cuore della Lombardia, a due passi da Milano, disteso tra le placide acque del Lago d’Iseo, il solitario rilievo del Monte Orfano e i 2000 metri del Dosso Pedalta. Già in passato ci siamo lasciati guidare dal fascino di assaggi molto diversi proponendo ai nostri lettori i nostri percorsi degustativi; oggi invece andiamo a caccia di Millesimati, un termine dal grande potere evocativo.
Una visita al Castello di Grumello regala nuove prospettive per la Bergamasca e la Valcalepio. Nuove prospettive perché non è esattamente un’area in cui la campagna vinicola sia preponderante, anzi. Qui il tessuto industriale lombardo affonda le sue radici in tante storie di successo. Ma la nuova proprietà della Tenuta crede in queste colline e in questi vigneti, alcuni senz’altro da considerare storici e sta investendo in tecnologie e conoscenze. Il risultato sono una serie di vini molto interessanti, tra cui anche un piwi che ci ha molto colpito. Ecco il risultato della degustazione.