Pranzi e cenoni delle feste: qualche consiglio per il vino

Tra i compiti più complicati per un blogger italiano del vino c’è quello sicuramente di indicare i vini ideali e perfetti per i pranzi e i cenoni delle feste, non per mancanza di idee o spunti quanto per la cultura e le tradizioni italiche che variano da regione a regione se non addirittura da provincia a provincia (per intenderci, fossimo in america dove la quasi totalità dei suoi abitanti festeggia Natale1mangiando il tacchino arrosto accompagnato da verdure e salsa di mirtilli il compito sarebbe presto fatto indicando magari in uno chardonnay californiano il vino ideale). In Italia invece, come dicevamo prima. c’è chi festeggia con pietanze prevalentemente a base di pesce (soprattutto al sud),e  c’è chi invece celebra le feste con arrosti o brasati, nel mezzo mille e mille variabili che rendono davvero arduo il lavoro al povero blogger. Fatta questa doverosa premessa, proveremo comunque a darvi qualche suggerimento per i vostri abbinamenti pescando tra i piatti più classici della tradizione italiana. Continua a leggere



O de V: la vodka di Natale è italiana

avvinando1Il bello di fare questo blog non è tanto che si assaggiano diverse cose buone ( ok, va bene: è anche quello), ma che a volte capita di fare degli incontri molto interessanti e assolutamente per caso, che ci portano poi a scoprire prodotti eccezionali dietro ai quali ci sono persone con delle storie da raccontare. È il caso di O de V, la vodka di vino di cui parliamo oggi, recuperando anche il sottotitolo originale di Avvinando che parla di vini e distillati. Perché scriviamo di O de V? Fondamentalmente per tre motivi: il primo perché è semplicemente eccezionale; il secondo perché Marcello Bruschetti di Enoglam, il produttore, ha una storia da raccontare, il terzo perché è Natale e se siete stufi di regalare il solito whisky finto esclusivo o il solito rum forse cubano, beh questa Vodka così diversa da tutte le vodke a cui siamo abituati vi farà fare una signora figura. Unico rischio, una volta assaggiata, è che  vi pentirete amaramente di averla regalata.

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Serate Avvinando: un grande vino dal nome curioso, lo Schioppettino

Sandro Vergani e la "parata" di Schioppettino

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L’Italia è una terra di grandi vini. Alcuni conosciutissimi, altri meno e non si capisce bene il perché. E’ il caso dello Schioppettino, che potremmo definire il Barolo del Friuli, tale è la qualità dei vini che quest’uva riesce a tirare fuori. Il Friuli, si sa, è considerata una terra di grandi bianchi. E giustamente. Negli ultimi tempi, però, erano giunti alle nostre orecchie elogi sperticati per un rosso, lo Schioppettino appunto. E così, messa insieme la nostra “solita” banda di appassionati abbiamo raggruppato (comprandole) ben cinque bottiglie e complice il “solito” Sandro del ristorante Vergani di Fara Gera d’Adda (BG) abbiamo dato il via a una serata di degustazioni istruttive, nel senso che con cinque produttori diversi abbiamo provato a fare conoscenza con questo bel rosso accompagnati da tanta carne: salumi bergamaschi, pappardelle al cinghiale e una grigliata di carne (giusto per dare indicazione di eventuali abbinamenti) e verdure miste per gradire. Continua a leggere



Varvaglione-vigne&vini: modernità e tradizione

Raramente da queste pagine abbiamo parlato di aziende “large”, cioè di quelle aziende che producono milioni di bottiglie, forti della convinzione che è molto difficile mantenere un trend qualitativo di livello quando questa produzione viene “spalmata” su un varvaglione4numero cosi elevato di bottiglie ed una quantità di etichette che spesso superano la ventina. Fortunatamente però, le convinzioni sono fatte per essere smentite e quando ci si imbatte in una di queste realtà ci sembra parlarne. Abbiamo avuto la possibilità di assaggiare molte delle referenze (in totale sono 21), dell’azienda Varvaglione- Vigne e vini di Leporano (TA), e siamo rimasti piacevolmente impressionati dal livello qualitativo di questa azienda, sia che questo fosse espresso dalle bottiglie della linea base (reperibili per pochi euro ma ben spesi), sia che questo venisse espresso dalle bottiglie della linea studiata e dedicata alla ristorazione ed al canale Ho.re.ca. (enoteche, wine bar e locali di intrattenimento, per intenderci. Continua a leggere



Sa Spinarba, Meloni e Mora&Memo….una nuova idea di Sardegna

L’ardileerrore che si è fatto molto spesso, soprattutto in passato  a proposito dei vini di Sardegna è quello di pensare ad una viticultura arcigna e dura che desse come risultato vini pesanti e difficili da bere (il pensiero va soprattutto a certi cannonau super alcolici e senza alcuna freschezza…), ma fortunatamente anche l’isola dei quattro mori negli ultimi anni ha elevato di molto il livello di qualità. I meriti di questa crescita sono da ricercare, oltre che nel generale aumento di interesse legato all’enologia e alla viticultura da parte del pubblico anche e soprattutto dalla nascita di nuove realtà che hanno di fatto “svecchiato” una certa idea di viticultura. In questo panorama, abbiamo avuto modo di assaggiare recentemente alcune cose di assoluto livello che ci hanno confermato questo cambio di passo da parte dei produttori sardi.

La prima segnalazione riguarda l’azienda agricola Sa Spinarba di Donori (CA), piccolissima azienda a conduzione familiare che produce poche bottiglie che cura una ad una come fossero dei figli, delle quattro tipologie concepite l’Ardile è sicuramente, a nostro avviso il prodotto più riuscito. Il vino è un IGT Isola dei Nuraghi ed è ottenuto da un uvaggio di tre vitigni autoctoni e semi sconosciuti ai più (Maristellu, Barbera sardo e Bovale) e nonostante il “generoso” grado alcolico (14 % vol.), riesce ad essere un vino molto piacevole da bere con una inusuale freschezza degustativa.  Per sua natura e composizione è da bersi in accompagnamento a piatti corposi e saporiti come, ad esempio, cacciagione di pelo (cinghiale su tutti) e formaggi stagionati. Continua a leggere



Ivan Vogric, dal Collio uno straordinario Cabernet Sauvignon

Che qui non siamo dei grandissimi esperti lo sapete tutti, facciamo il nostro meglio per raccontare con passione quello che “scopriamo” nella nostra vita di appassionati e nulla di più. Motivo per cui a volte capita di rischiare di scoprire l’acqua calda, o meglio il vino buono, quando tutti sanno che è eccellente tranne noi. Questo potrebbe essere uno dei casi in questione, anche se in giro per la Rete non è che si sia trovato granché, nemmeno sul sito del produttore, molto essenziale: ci piace!

Comunque rischiamo la figuraccia e andiamo avanti. Qualche giorno fa un gradito regalo di un amico: una bottiglia di vino di un produttore per me del tutto sconosciuto: Ivan Vogric, Collio, Friuli Venezia Giulia a pochi metri dal confine sloveno. Ha un sito internet con scarne notizie e quindi abbiamo scoperto poco più del fatto che fa un Friulano, un Sauvignon e un Cabernet Sauvignon 2009 oggetto del regalo. Continua a leggere



L’addio al tappo di sughero per il vino docg è legge (purtroppo)

Durante il mese di settembre è stata varata la sospirata (dai produttori) modifica alla normativa che riguarda i vini docg: non esiste più l’obbligo del tappo in sughero, che ora potrà essere a vite, in silicone, ecc… il tutto per soddisfare le esigenze dei mercati esteri (americano e giapponese in primis) che privilegiano di gran lunga i vini col tappo a vite.

E così, su quei mercati, anche i nostri Baroli, Brunelli e Amaroni potranno essere venduti con la comoda apertura di facile manualità e, sopratutto, che non fa rischiare al consumatore estero di spendere parecchie decine di dollari o yen e poi avere un vino che sa di tappo. Bene, benissimo. I nostri produttori che devono primum vivere (vendere il vino) e quindi philosophari  sono felicissimi. Noi un po’ di meno. Continua a leggere