Sa Spinarba, Meloni e Mora&Memo….una nuova idea di Sardegna

L’ardileerrore che si è fatto molto spesso, soprattutto in passato  a proposito dei vini di Sardegna è quello di pensare ad una viticultura arcigna e dura che desse come risultato vini pesanti e difficili da bere (il pensiero va soprattutto a certi cannonau super alcolici e senza alcuna freschezza…), ma fortunatamente anche l’isola dei quattro mori negli ultimi anni ha elevato di molto il livello di qualità. I meriti di questa crescita sono da ricercare, oltre che nel generale aumento di interesse legato all’enologia e alla viticultura da parte del pubblico anche e soprattutto dalla nascita di nuove realtà che hanno di fatto “svecchiato” una certa idea di viticultura. In questo panorama, abbiamo avuto modo di assaggiare recentemente alcune cose di assoluto livello che ci hanno confermato questo cambio di passo da parte dei produttori sardi.

La prima segnalazione riguarda l’azienda agricola Sa Spinarba di Donori (CA), piccolissima azienda a conduzione familiare che produce poche bottiglie che cura una ad una come fossero dei figli, delle quattro tipologie concepite l’Ardile è sicuramente, a nostro avviso il prodotto più riuscito. Il vino è un IGT Isola dei Nuraghi ed è ottenuto da un uvaggio di tre vitigni autoctoni e semi sconosciuti ai più (Maristellu, Barbera sardo e Bovale) e nonostante il “generoso” grado alcolico (14 % vol.), riesce ad essere un vino molto piacevole da bere con una inusuale freschezza degustativa.  Per sua natura e composizione è da bersi in accompagnamento a piatti corposi e saporiti come, ad esempio, cacciagione di pelo (cinghiale su tutti) e formaggi stagionati. Continua a leggere



Ivan Vogric, dal Collio uno straordinario Cabernet Sauvignon

Che qui non siamo dei grandissimi esperti lo sapete tutti, facciamo il nostro meglio per raccontare con passione quello che “scopriamo” nella nostra vita di appassionati e nulla di più. Motivo per cui a volte capita di rischiare di scoprire l’acqua calda, o meglio il vino buono, quando tutti sanno che è eccellente tranne noi. Questo potrebbe essere uno dei casi in questione, anche se in giro per la Rete non è che si sia trovato granché, nemmeno sul sito del produttore, molto essenziale: ci piace!

Comunque rischiamo la figuraccia e andiamo avanti. Qualche giorno fa un gradito regalo di un amico: una bottiglia di vino di un produttore per me del tutto sconosciuto: Ivan Vogric, Collio, Friuli Venezia Giulia a pochi metri dal confine sloveno. Ha un sito internet con scarne notizie e quindi abbiamo scoperto poco più del fatto che fa un Friulano, un Sauvignon e un Cabernet Sauvignon 2009 oggetto del regalo. Continua a leggere



L’addio al tappo di sughero per il vino docg è legge (purtroppo)

Durante il mese di settembre è stata varata la sospirata (dai produttori) modifica alla normativa che riguarda i vini docg: non esiste più l’obbligo del tappo in sughero, che ora potrà essere a vite, in silicone, ecc… il tutto per soddisfare le esigenze dei mercati esteri (americano e giapponese in primis) che privilegiano di gran lunga i vini col tappo a vite.

E così, su quei mercati, anche i nostri Baroli, Brunelli e Amaroni potranno essere venduti con la comoda apertura di facile manualità e, sopratutto, che non fa rischiare al consumatore estero di spendere parecchie decine di dollari o yen e poi avere un vino che sa di tappo. Bene, benissimo. I nostri produttori che devono primum vivere (vendere il vino) e quindi philosophari  sono felicissimi. Noi un po’ di meno. Continua a leggere



Tenuta Rapitalà Casalj: il grande bianco siciliano “alla francese”

Ci sono aziende che non ti aspetti. E vini che non ti aspetti. Quando all’ultima edizione di Sicilia en primeur 2013 abbiamo visitato la cantina di Tenuta Rapitalà non sapevamo che avremmo trovato una sorpresa. E la sorpresa si chiama Casalj, un vino bianco che ha una piccola storia da raccontare. Non è una novità. Sono diversi anni che esiste sul mercato, soltanto che prima era un blend di vitigni autoctoni come il Cataratto e internazionali come lo Chardonnay. Tutto ciò fino al 2010. Dal 2011 è fatto come Catarratto in purezza ed è stato come liberarsi di una zavorra. La prova è stata una verticale di tre annate, 2010, 2011 e 2012 in cui abbiamo approfittato della convivialità di un pranzo per farci raccontare un po’ l’azienda da Laurent Bernard de la Gattinais, titolare di Rapitalà insieme al Gruppo italiano vini. “Volevo andare verso un vino che si caratterizzasse per l’eleganza e quindi abbiamo deciso di fare a meno dello Chardonnay”, racconta. Il che, tra parentesi, è tutto tranne che una scelta semplice, visto che questo vitigno francese in Tenuta lo sanno fare, e bene. Continua a leggere



Le quattro perle di Vinitaly 2013

E’ naturalmente impossibile anche solo pensare di dare un resoconto esaustivo di tutto quello che è esposto a Vinitaly. Ecco quindi che la scelta inevitabilmente cade su una selezione, qualitativa certo, ma che conta anche sull’effetto sorpresa. Non i soliti vini, insomma. Sicuramente quelli che ci hanno impressionato di più per la loro bontà, ma anche perché si tratta di bottiglie trovate in piccoli stand, senza tante luci, anzi addirittura un po’ nascoste. Insomma, queste sono le quattro perle di Avvinando per l’edizone di Vinitaly 2013. Due bianchi e due rossi, da nord a sud.

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Donnafugata Sur Sur 2012: un signor vino

20130405-134146.jpg Ci sono tanti modi per interpretare un vitigno e fare un vino. Donnafugata per il suo Sur Sur, un Grillo in purezza, ha scelto la strada della personalità, della distinzione. Sur Sur, che Tgcom24 ha potuto provare in anteprima, è un grillo diverso da tutti gli altri, che offre spigolature dove solitamente si trovano rotondità, con note balsamiche evidenti dove la concorrenza tende ad esaltare il frutto, magari finendo per fare un prodotto un po’ piacione.

Il 2012 è la prima annata ad uscire sul mercato. Viene prodotto nell’entroterra collinare tra Marsala e Salemi – leggiamo dalla scheda tecnica – su un terreno franco argilloso limoso; il sistema di allevamento è a controspalliera con potatura a Guyot, lasciando da 6 a 10 gemme per pianta per una resa per ettaro tra i 70 e gli 80 quintali d’uva. Continua a leggere



Anteprima Chianti: 2013 d’eccezione

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Si è svolta nella splendida cornice di Palazzo Borghese a Firenze, alla presenza di produttori, buyers, giornalisti ed esperti del settore, la seconda edizione di “Anteprima Chianti”. All’evento, organizzato dal consorzio vino Chianti, è stata presentata l’annata 2012 insieme con le altre attualmente in commercio.
Alla degustazione dell’anteprima vendemmia 2012 che sarà messa in vendita dal 1 marzo 2013 abbiamo testato quasi tutte le circa 60 etichette presenti, e circa una decina ci hanno entusiasmato. Tra queste, meritano menzione per la qualità del prodotto il Chianti Castello di Oliveto, il Conte Ferdinando Guicciardini del Castello di Poppiano, il Poggio Bonelli – Chigi Saracini di Castelnuovo Berardenga e il Ruffino di Pontassieve. Continua a leggere